Canta il merlo sul frumento. Il romanzo della mia vita by Lidia Menapace

autore:Lidia Menapace [Menapace, Lidia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manni
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Nella Dc

Cominciai ad avere qualche dubbio sul progressismo della cultura dei democristiani e avevo anche ragione. Infatti il Pci risultava molto più avanti della Dc per la sua composizione sociale. Basti pensare che c’erano tutti gli operai.

Poi nel 1948 uscii una prima volta dalla Dc rimanendo solo nelle associazioni cattoliche, ma trasferendomi in Sud Tirolo, nel ’53, scoprii che praticamente l’unica area politica favorevole all’autonomia era la Dc per via di De Gasperi e di altri, mentre le sinistre erano per lo Stato unitario con riconoscimenti di diritti per la minoranza di lingua tedesca.

A Bolzano mi venne proposto di fare la consigliera regionale quando ero già assessore provinciale alla sanità, sempre a Bolzano. Nel collegio di Bolzano non c’era un ospedale psichiatrico, ed eravamo negli anni di Basaglia, le cui posizioni io condividevo, e mi chiedevo come potevo non fare un ospedale psichiatrico. Studiai molto a lungo, mi informai e poi feci un bando di concorso per costruire il nuovo ospedale psichiatrico senza farne un ospedale, ma una serie di residenze distribuite in tutte le vallate della provincia, così da applicare le teorie basagliane.

In quegli anni frequentavo Alex Langer, c’era un rapporto affettuoso, era spesso a mangiare a casa di Nene e mia – sono una brava cuoca... Ci eravamo conosciuti la volta in cui a Bolzano arrivò un ministro dell’istruzione e noi avevamo organizzato un sit in di protesta. Era un uomo molto intelligente, ed emotivamente fragile: veniva da una famiglia mista, il padre era un ebreo non praticante che lo aveva tirato su attraverso le paure, e la militanza in Lotta continua lo aveva sicuramente segnato.

Nel 1952 ci fu un tentativo di ulteriore spostamento della Dc verso una collocazione di destra, portato avanti da Pio XII, il quale per timore di una vittoria della sinistra a Roma, la Città Santa, provò a creare una lista civica guidata da don Sturzo che doveva comprendere le destre e i monarchici; De Gasperi si rese conto che l’operazione Sturzo, come venne denominata, non sarebbe stata accettata dall’elettorato antifascista e repubblicano e avrebbe spaccato la Dc, e riuscì a bloccare il progetto.

Io ero molto contraria, avevo un giudizio totalmente negativo rispetto a una ricollocazione ancora più moderata, addirittura reazionaria della Dc, e ci preparavamo a formare un gruppo parlamentare separato, anche se questa ipotesi non ebbe esiti concreti. Ero vicina alla corrente chiamata “sinistra di base”, a Pistelli, Marcora, Dorigo, Granelli, De Mita.

Dopo la laurea e i concorsi a cattedra per il liceo, continuai la carriera universitaria alla Cattolica di Milano e lì sperimentai i meriti di una laicità aperta e del rispetto per la cosa pubblica, in un istituto universitario di stile anglosassone, gestito con mano ferma da padre Agostino Gemelli, l’ex medico socialista convertito e diventato frate e rimasto molto combattivo.

Qui incominciò una avventura pedagogica, dato che il corso affidatomi (lettorato di lingua italiana, metodologia degli studi letterari, un biennale obbligatorio per Lettere, indirizzo moderno, che afferiva al dipartimento, diremmo oggi, di Mario Apollonio, professore di letteratura italiana che avrebbe

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